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Quelle fatiche, nelle quali si esaurivano le sue forze giovanili, lo lasciavano prostrato, e la sua mente stanca non aspirava che al breve riposo che le era concesso. Così viveva relativamente tranquillo, troppo occupato per pensare ad altre eccitazioni, ad altre tempeste.

Soltanto la presenza dell'Elena qualche volta lo turbava. Uno sguardo, una parola amichevole, bastavano a richiamargli al pensiero le dolci visioni d'avvenire ch'egli aveva vagheggiate altre volte, ed a gonfiargli il cuore di amarezza e di rimpianti. Ma, troppo onesto per abbandonarsi a quelle fantasie tentatrici, egli si consolava de' suoi sogni svaniti, pensando che una volta, nel segreto del suo cuore quella bella fanciulla bionda lo aveva amato. E quel vago ed innocente ricordo era la sola gioia della sua vita.

A vent'anni la Laura venne fidanzata ad un giovane napoletano impiegato al telegrafo. Ci furono due mesi di agitazione insolita in casa. Gli apparrecchi pel corredo, i doni nuziali, i disegni d'avvenire, ed un po' il rincrescimento della separazione, perchè lo sposo doveva essere traslocato a Milano, occupavano straordinariamente le fanciulle. Poi c'erano le visite dello sposo, le sue tenerezze, i rossori espressivi della giovinetta, i loro colloqui a mezza voce.

Vicenzino faceva la parte di vecchio parente; provvedeva a tutto, assisteva a quelle visite; pensava alle carte, alla richiesta al municipio, alle pubblicazioni, a tutto. Ma in quei giorni era triste e nervoso, e la