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— Io non ho amori. Poi si alzò, ed andò ad affacciarsi alla finestra, perchè la voce gli si strozzava in gola, e le lagrime gli velavano gli occhi.


XIV.

Più volte, durante la sua convalescenza, Vincenzo tornò su quel discorso che riesciva penosissimo al suo compagno. Ma c'era tale giubilo nel cuore del malato, tanto ardore di giovanili speranze, che il pensiero della felicità che dava, confortava in parte Vicenzino di quella che perdeva. Ogni giorno i due giovani avevano nuove del signor Dogliani, il quale benediva il nipote come il salvatore della sua famiglia. Era sempre l'Elena che scriveva, e lei pure aveva pel cugino parole di fervente gratitudine. Si sentiva che era commossa; c'erano delle lagrime nelle sue lettere, e Vicenzino, nel leggerle, pensava che il suo sacrificio era stato compreso in tutta la sua grandezza, e che un altro cuore soffriva con lui dello stesso dolore. E questo pensiero gli dava coraggio.

Appena l'ammalato fu in grado di muoversi, i due giovani tornarono insieme a Santhià; e Vicenzino trovò su tutti i volti ed in tutti i cuo