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apparve animato, eccitato, contento, e partì colla fantasia riscaldata, facendo giurare a Vicenzino di tenerlo informato di quanto si preparerebbe per la liberazione di Venezia, e di chiamarlo al primo sintomo di prossima guerra.


VIII.

Prima d'andare a rinchiudersi, Vincenzo pensò a provvedersi di libri, per isfogare colla lettura, la passione che gli ferveva nel cuore.

Comperò i romanzi di Guerrazzi, di Massimo d'Azeglio, di Tommaso Grossi, e li lesse e rilesse con l'avidità di chi morde un frutto proibito.

Ma, accanto ad ogni maschia figura d'eroe, egli trovava una dolce figura di donna, il cui nome si confondeva con quello della patria nel pensiero del guerriero innamorato. E, a misura che il tempo passava, il conforto che il povero seminarista aveva trovato nell'idea di farsi cappellano di reggimento, prete-soldato, non gli bastava più; tornava a sorgergli nell'anima, più ardente di prima, la ribellione contro il suo destino. Alle scene di guerra che avevano turbata la sua fantasia, ora succedevano le scene d'amore, che la turbavano ben più. Gli bastava di portare lo sguardo sulla tonsura de' suoi compagn