Pagina:Torriani - Senz'amore, Milano, Brigola, 1883.djvu/156

— È un imbroglio da negozianti che non mi riesce di spiegarvi. Tanto non capireste. Ma di certo non è una cosa buona, tutt'altro. E qui il padrone strepitava «che non avesse ad accadere quella vergogna, che anche lui ne avrebbe patito nella riputazione, che un galantuomo non deve fallire....» Poi quando quell'altro parlò chiaro e domandò il denaro a lui, ventimila lire che gli occorrevano entro pochi giorni, il vostro babbo si consultò con la signora, buon'anima, e poi rispose:

— Senti; queste ventimila lire io e mia moglie le abbiamo messe da parte a forza di lavoro e di economia, perchè abbiamo dei figlioli; chissà quanto ci vorrà a rifar questa somma, seppure la si rifarà mai coi raccolti che non sono più quelli di una volta. Dunque bada a pensarci seriamente; se questo denaro ti può salvare dal fallimento, pazienza, te lo daremo, e sarà quel che Dio vorrà. Ma se devi fallire ad ogni modo, non lo portar via ai nostri poveri bambini, a cui lasci già la vergogna e gli toccherebbe la povertà insieme.

Ma quell'altro giurò per tutti i santi: «che con quei quattrini là, non solo avrebbe accomodato tutti gli affari suoi, ma avrebbe fatto questo e quest'altro, e guadagnato il doppio di quella somma, e che l'avrebbe restituita coi frutti», e un mondo di promesse alla sua maniera. Qui il babbo non ci credeva a tutte quelle grandezze, perchè sapeva che testa aveva suo fratello; ma disse alla signora: