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— No, no. Di', che cosa gli importa al babbo? Che cosa c'è da far dispiacere?

— Non gli fa dispiacere, lo irrita.

— Ma perchè? Perchè?

— Ve lo dirò poi; lasciatemi andare, che non s'avveda che sono uscita per parlare di questo. E cercava di svincolarsi; ma i ragazzi la stringevano davvicino:

— No, no. Dillo ora, Rosa. Perchè?

— Perchè quel ragazzo è figlio d'un suo fratello; ma zitti; vi dirò tutto questa sera. E profittando dello sbalordimento prodotto da quella rivelazione, la Rosa sfuggì alle otto braccia che la trattenevano, e tornò al suo lavoro.

Questa volta sì che lo stupore fu grande! Esistevano un fratello del babbo, ed un suo figliolo! Dunque essi avevano un cugino! I ragazzi perdettero la parola dalla stupefazione, ed invece di correre tutti in sala da pranzo dietro la stiratora, come non avrebbero mancato di fare in tutt'altra circostanza, rimasero aggruppati sull'uscio della cucina a fare delle congetture, a parlare tutti insieme, finchè la cuoca li chiamò perchè aiutassero a preparare la tavola, mentre la Maria stava ancora domandando a tutti «se un cugino che non si è mai visto resta cugino egualmente» senza aver ottenuto una risposta che schiarisse il suo dubbio.

Di solito a pranzo il babbo domandava: — Cosa c'è stato di nuovo alla scuola? Ed i ragazzi cominciavano a raccontare, si