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CHIESE 71

dine di Ardoino, re d’Italia, eretta una cappella (ohe resta ora sotterranea) nel luogo ove si rinvenne la sacra immagine di Maria, detta della Consolazione, divenuta per otto secoli la venerazione dei torinesi. Più tardi, sopra la primitiva cappella, venne inalzata una nuova chiesa dedicata a Sant’Andrea, con attiguo santuario alla Vergine Consolatrice. È questa appunto che, rifabbricata, s’ammira oggidì, ed è visitata da pietosi cittadini e dagli stranieri.

Il titolare della chiesa è Sant’Andrea: ma dal nome della venerata immagine che si ammira nel santuario, tutta la chiesa assunse il nome della Consolata. È officiata ora dai padri oblati. Questo tempio, prima dell’anno 1675, era a tre navi; si principiò, in quell’epoca la sua ricostruzione sul disegno del P. Guarini: nel 1705, e chiesa e santuario eran condotti a termine. Nel 1714 poi, Vittorio Amedeo II fece ampliare sul disegno del Juvara il presbitero del santuario e ne costrusse lo stupendo altare. Ora il tempio è di forma ovale, alto, grandioso; aperto all’intorno per otto grandi archi. Quello a levante contiene l’altar maggiore, dietro e sopra cui, in alto, sta il coro dei monaci. Di fronte all’altar maggiore v’ha la porta d’ingresso. A mezzodì, dal qual lato è propriamente la facciata del santuario, s’apre un’altra porta, di fronte alla quale presentasi il santuario della Consolata, a cui si sale per alcuni gradini, e che un elegante cancello divide dalla chiesa di sant’Andrea. Fra un arco e l’altro s’alzano pilastri binali d’ordine corintio. Le dorature, così della chiesa come del santuario, furono rinnovate nel 1836.

Il santuario, che s’apre sul fianco settentrionale della chiesa, è di forma esagona, ornato di colonne e tutto rivestito di marmi. L’altare ove si venera l’immagine di Maria poggia a grande altezza. Le pitture che veggonsi nella chiesa e nel santuario sono del Cervetti, del Caccia, dell’Alberoni, del Crosato di Venezia, ecc. Nella sala del capitolo merita osservazione una tavola del Beaumont; e nella libreria del convento alcuni dipinti del Moncalvo.

In seguito al voto fatto dalla città di Torino, nell’occasione del cholera asiatico (1835), la cappella sotterranea, detta della Madonna delle Grazie, fu adorna di scelti marmi, e ne fu pure agevolato e rabbellito l’ingresso.

Prima era ufficiata dai benedittini, poscia dai fogliesi, ora dagli oblati.

Il catino sopra l’altar della Madonna è dipinto da Bernardino Galliari.

I1 corpo di S. Valerico ab. fu portato dai monaci della Novalesa, quando, nel 906, fuggirono per l’irruzione dei saraceni.