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un grandissimo edificio. Come conciliare queste stravaganze? E si vuol dire, che non si conosce bene l’indole del fulmine.

RISPOSTA.

Questi veramente sono fatti veri, e sembrano essere in qualche contrasto tra loro; ma poi non so vedere qual difficoltà facciano contro la pratica dei Conduttori. I fulmini accendono dei corpi, vari edificj, quasi instantaneamente. Anche il fuoco elettrico accende i corpi. Che poi il fuoco si estenda all’improvviso, per esempio per tutto il tetto di un vasto Tempio, come talora è accaduto, questo è appunto ciò, che non si può fare, se non dal fuoco elettrico, il quale quasi in un istante con velocità, simile a quella della luce, si diffonde alle più grandi distanze, e per l’estensione di più vasti corpi. Un tal fulmine dunque visibilmente si scopre di natura elettrica, e però soggetto all’influenza de’ Conduttori. Che poi talora non accenda de’ corpi assai combustibili, per li quali passa vicino, non è da stupire: prima perchè questi corpi sebbene accensibili non sono attraenti, deferenti, o conduttori, come si voglia chiamarli; e se anche lo fossero una saetta di fuoco vibratissimo, e conglobato, segue con tanto impeto la sua direzione, che non si scioglie nè pure per mezzo ai corpi deferenti; così potrà forare una placa di metallo senza dissiparsi, e passar unito sotto l’acqua, senza sciogliersi. Questa è la natura di un moto vibratissimo, anche di un corpo fluido, tenero, o molle, di far le veci di un solido: così una candela di sevo cacciata da un gran moschetto traffora un’asse grossa di legno. Per altro questo stesso fenomeno di non accendere i corpi combustibili vicini, dimostra, che il fuoco del fulmine è diverso, almeno nel moto, dal fuoco comune. In generale il fuoco elettrico infiamma dove riscalda, e riscalda dove si trova più condensato. In tal caso accende i corpi meno infiammabili: Se sia più raro, lascia intatti i più combustibili.

SESTA DIFFICOLTÀ.

N

On è deciso, che tutti i fulmini sieno di natura elettrica; anzi sembra indubitabile, che ve ne sia di materia sulfurea, nitrosa, o simile. Tali sono molti globi, che sorgono da terra, o vengono dalle nuvole, de’ quali moltissimi esempj reca il Muschembrockio nel Capitolo de’ Fulmini, e li riconosce per diversi dagli elettrici. Un’esempio recente v’è nel Giornale Enciclopedico, Decembre 1772. Nel di 24. Settembre dello stesso anno, nella Città di Besanzone, in un Temporale videsi manifestamente cader un fulmine in forma di globo di fuoco, il qual globo traversò il Magazzino di biade, l’Ospitale dello Spirito Santo, e molte fabbriche intermedie, o adjacenti. Fece poco danno, nè offese persona, benchè trascorresse tutto l’Ospitale, ed una sala piena di bambini, e di balie; andò a precipitarsi nella riviera della Doux, in cui cadendo fece saltar l’acqua all’altezza di molti piedi; e, si noti bene, percorse sotto acqua uno spazio di molte pertiche; mol-


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