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)( XII. )(

QUARTA DIFFICOLTÀ.

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Er insinuare l’utilità dei Conduttori Metallici si dice, che i fulmini di fatto, dove cadono, nelle fabbriche sembrano avventarsi specialmente ai metalli, o seguire le traccie dell’umido: ma ciò non è sempre vero: poichè si vede che i fulmini saltano di quà di là, e scherzano in mille modi, investono tutti i corpi promiscuamente, danneggiano ogni sorte di materie, anche delle più resistenti, come legni secchi, pietre, e i vetri stessi, che si fanno i più ripugnanti. Dunque non concorda la natura del fulmine coll’oggetto de’Conduttori Metallici.

RISPOSTA.

Senza arrogarsi di conoscere, e di render ragione di tutti gli scherzi che fa il fulmine: in generale però si concepisce il loro andamento. Poichè osservandosene bene le traccie, e gli effetti nelle fabbriche, e volendone giudicare con occhio filosofico imparzialmente, si troverà quasi sempre, ch’essi fono stati provocati da’ metalli palesi, o nascosti, o da vene di umido, qual può esser anche una goccia di pioggia, o un occulto stillicidio.

Un volume potrei addurre di osservazioni; quanti appunto sono i fulmini, che danno nelle case, e negli altri Edificj. La mattina dei 17. Settembre 1772. vi fu un temporale assai fulminoso in questa Città di Padova, e ne’ contorni; in pochi minuti moltissime saette scoccarono; sembravano seguitarsi come una fila di mortaretti. Quattro percossero fabbriche distinte, e se ne poterono osservare gli effetti: una scoccò nella Chiesa delle Monache di S. Marco, e visibilmente cominciò dalla croce posta sulla facciata: tale ingresso ebbe anche quella della Madonna del Torresino in Vanzo; la terza fece minori danni nella casa dell’Eccellentissimo Emo in Prato della Valle, ove fu osservabile che in una stanza terrena presso il portico traforò un vetro della fenestra come un trapano; ma è da osservare altresì, che quella fenestra ha una ferrata, a cui il fuoco del fulmine tendeva venuto dall’alto, o pur da basso. La quarta finalmente battè la fabbrica di questa pubblica Specola, e ne lasciò segni, e danni sparsi da sommo ad imo, seguitando visibilmente la traccia delle molte catene, e dei numerosissimi ferri che sono scoperti, o nascosti in questa istessa fabbrica. E questo fu osservabile, che dove s’interrompevano i ferri, ivi la Saetta aveva squarciato o pietre, o vetri, o legnami. Il primo segno fu presso d’un arpice del tetto provisionale della torretta orientale; quindi discesse nelle molte stanghette di ferro, che fermano le catene dell’Osservatorio: Indi si avventò alla ringhiera della scala, che seguitò senza lasciar segno fin dove terminava il ferro; quindi fu costretta a saltare nelle catene della camera della Meridiana situata lateralmente un piano a basso a mattina: squarciò nella Terrazza una gran lastra di marmo posta immediatamente sopra un ferro, che sostenta una di dette catene, ch’era il più vicino alla ringhiera interna della sca-

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