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e notizie ec. 113

armato di varie spranghe, eminenti, dalle quali discendendo la catena andava ad immergersi nell’acqua vicina, il tutto secondo le regole dell’arte. E per tanto li 12 maggio prossimo passato vi scoppiò un Fulmine che percosse internamente tutta la fabbrica sino alla Scuderia, ove anche uccise due Cavalli.

Questo caso così esposto, a primo aspetto, può fare spezie, ed inspirar della diffidenza


    altre. Mi passa per mente che questi fuochi celesti, e terreni, possano provenire dalla particolare natura, e struttura di quel suolo. E’ questo un’aggerazione di ghiaje, deposte dai torrenti, Piave, Brenta, ed altri, quando non avendo alveo fisso, ed essendo il Paese pieno di Boschi, correvano quà e là irregolarmente, o si arrestavano; il che è certissimo, essendo noto che un ramo della Piave veniva nel Sile. Questo strato di Ghiaja è alto forse cento piedi più, o meno, come si raccoglie dalla profondità de’ pozzi; ma è arido, e poroso, ed assorbe le acque piovane. Ma il fondo sopra il quale giace (probabilmente con vene minerali di carbone, torba, ec.) contiene molte vene di acqua, come provano tante sorgenti ai confini delle ghiaje, e tale è il Sile, la Botteniga, e tanti altri ruscelli osservabili. Deve dunque essere questo suolo basso, umido, e palludoso; quindi due effetti; uno di formare un richiamo del fuoco celeste delle nuvole, o produrre i fulmini, l’altro di somministrare una strana quantità di aria infiammabile, che produca li predetti incendj; questa è una mia semplice congettura, e per congettura solamente la porgo.

Tom. III. H