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e della vegetazione: questo calore va mancando alla Terra: non vi sono più gli Estati caldi d’una volta; in quest’ultima, quantunque abbia il Termometro segnato dei gradi più dell’anno passato, il caldo fu a buttate, e tutti confermano che l’aria non fu mai bene riscaldata. Se il caldo cala, l’umido cresce, ed abbiamo quindici in 20 giorni di più all’anno di pioggia, che da un mezzo secolo. Non è dunque da meravigliarsi della scarsezza, o cattiva qualità delle frutta, nè dell’influenza di certe malattie umorali, dipendenti da ristagni, ed indigestioni.

Terremoti. Non posso tacere de’ Terremoti, poichè si pretende non senza ragione, che debba in gran parte ad essi attribuirsi in quest’anno il guasto quasi generale de’ vini. Se non vogliamo che vi operi la mescolanza di qualche vapore elevato dal Terremoto, almeno la concussione del liquore, ne scompone tutte le mollecule, solleva le fecci, e lo intorbida. Lo stesso fa il Fulmine, il corso delle Carrette, lo sparo dell’artiglieria, ed altri tremori. Or abbiamo sentiti in quest’anno varie scosse di terra: due in Gennajo, li 15 a h. 6, li 22 a h. 5; due in Febbrajo, li 5 h. 11, e li 8, in Maggio quello dei 25,