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971 robusta la difesa eli’ ella qui fa del pontefice! La testimonianza di Virginio, dice ella (e lo stesso dovrà dirsi delle testimonianze di più altri scrittori di que’ tempi, citati dal dottore Barotti nella Vita dell’Ariosto), è fondata sulle ciarle, che pur troppo da’ malevoli si andavano spargendo contro Giulio II. E non basta egli che V. P. reverendissima lo affermi, perchè senza più gliel crediamo? Un1 altra nota piena di teologica erudizione io trovo a pag. 155 , ove avendo io osservato a qual impudenza fosse giunto il teatro italiano al principio del secolo xvi, ella ci schiera innanzi un gran numero di papi e di concilii che divietarono severamente cotali spettacoli, notizia nuova e interessante che in niun modo doveasi da me ommettere. Il zelo di V. P. reverendissima pel buon nome de’ romani pontefici torna in campo a pag. 162, ove riportando io un passo del Giovio, in cui narra che Leon X si prendeva trastullo degli uomini sciocchi e prosontuosi, ella gravemente decide che il Giovio al suo solito esagera secondando la sua passione, ed eccedendo i limiti del vero e del giusto. Taluno pretenderebbe per avventura che di questa taccia data al Giovio ella avesse recato qualche autorevole fondamento. Ma è ella forse tenuta a render ragione del suo pensare? L’ultima delle note a questo tomo aggiunte, più ancor che le altre, richiede la mia riconoscenza, perciocchè avendo io biasimata a p. 419 la soverchia libertà con cui D. Callisto piacentino parlò in una sua predica di Leon X, ella