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che i sudditi facilmente si vestano delle inclinazioni e de’ costumi de’ loro signori, gl’italiani divennero, per così dire: Spagnuoli. A confermare un tal sentimento io aggi ugnerò una riflessione che parrà forse aver alquanto di sottigliezza; ma che e certamente fondata su un vero fatto. La Toscana, che era più lontana dagli Stati e di Napoli e di Lombardia da essi dominati , fu la men soggetta a queste alterazioni; come se il contagio andasse perdendo la sua forza, quanto più allontanavasi dalla sorgente onde traeva l’origine. Non potrebbesi egli ancor dire, che ciò concorresse non meno al primo dicadimento delle lettere dopo la morte il Augusto? Marziale, Lucano e i Seneca furon certamente quelli che all’eloquenza e alla poesia recarono maggior danno; ed essi ancora erano spagnuoli; e il clima sotto cui eran nati congiunto alle cagioni morali che abbiamo recate, potè contribuire assai a condurgli al cattivo gusto che in essi veggiamo. In otto tomi della mia Storia , quanti a quest1 ora nc son venuti a luce, questo è il sol passo in cui io parli generalmente dell1 influenza clic, a mio parere, gli Spagnuoli hanno avuta nella corruzione del buon gusto 5 e io prego il sig. abate Lampillas a citare, se può , solo un1 altra parola in tutta la mia Storia che a ciò si riferisca. Ed ei nondimeno parla in tal modo, come se altro io non facessi in tutto il decorso di essa che screditare la sua nazione. Non è qui tempo di tornar sull1 esame di questa opinione, nè di ricercare se il sig. abate Lampillas 1 abbia a ragion combattuta. Lo scopo