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TEBZO Gt)3 Xin. Il Menzini ancora ebbe per patria Firenze, e vi nacque di poveri genitori a’ 29 di marzo del 1646. A dispetto della sua povertà volle coltivare gli studi, e sì nelle pubbliche scuole, come nelle letterarie adunanze, alle quali presto cominciò a intervenire, fece concepir di se stesso sì liete speranze, che il marchese Gianvincenzo Salviati sel prese amorevolmente in casa , e gli diè agio di coltivare i suoi talenti. Fu poi destinato in età ancor giovanile ad essere pubblico professore d’eloquenza in Firenze e in Prato, e in più occasioni ei fece conoscere quanto bene ei possedesse quell’arte che agli altri insegnava. Bramò egli di esser promosso a qualche cattedra nell1 università di Pisa; ma poichè vide, non ostante la protezione e l’amore di molti ragguardevoli personaggi, di cui godea, deluse le sue speranze, sdegnato, abbandonò la patria, e sovvenuto di denaro dalla gran duchessa Vittoria dalla Rovere, nel 1685 andossene a Roma, ove, per opera del Cardinal Decio Azolini, la reina di Svezia il prese al suo servigio, e lo ammise alla celebre sua Accademia. Lieto il Menzini della sua sorte, attese più tranquillamente a’ suoi studi, e furono questi gli anni ne’ quali scrisse la maggior parte delle sue poesie. Ma non durò molto la sua fortuna , e morta nel 1689 quella gran protettrice de’ dotti, il Menzini trovossi povero e disagiato. Paolo Falconieri splendido cavaliere , che ivi vivea , il Cardinal Corsini e monsig. Alessandro Falconieri, poi cardinale , furono i soli da’ quali ebbe allora il Manzini qualche soccorso, ed ei fu costretto XIIIDi dello Melinini.