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SECONDO Z’jg Regis, tutto s’imbevette dell’opinioni cartesiane i e seco portolle tornando in Italia. L1 impiego di lettore di teologia scolastica e morale che gli fu addossato in Roma nel convento de’ SS. Cosma e Damiano, era troppo poco opportuno a promuovere la filosofia del Cartesio. Presto adunque cambiò la cattedra in un’accademia di fisica sperimentale, a cui concorrevano i migliori ingegni di Roma. Quando il duca Francesco II aprì la nuova università di Modena, fu ad essa condotto il P. Fardella; ma poco qui si trattenne, e passato a Venezia , prese a tenere privata scuola ad alcuni giovani patrizii e ivi nel i(x)3 con pontificia dispensa cambiò l’abito regolare in quello di prete secolare. L’anno seguente fu destinato alla cattedra d’astronomia, tenuta già dal Montanari nell’università di Padova, da cui nel 1700 passò alla primaria di filosofia, tenuta già dal Renaldini. Nel 1709 viaggiò in Ispagna, ed accoltovi onorevolmente dall’austriaco re Carlo, che era allora in Barcellona, ne ebbe il titolo di teologo e matematico regio colla pensione di duemila filippi. Un colpo apopletico , che nel 1712 il pose a gran pericolo della vita, fece eli’ ci fosse inviato a Napoli, ove continuò a vivere fino a’ 2 di gennaio del 1718, in cui un nuovo colpo lo uccise. La più voluminosa opera del Fardella è quella intitolata Animæ humanæ natura ab Augustino delecta. ec., stampata in Venezia nel 1698, in cui egli, seguendo la dottrina di quel santo dottore, si sforza di spiegar la natura dell’anima umana. Avea egli ancora intrapreso un nuovo corso di tutta