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SECONDO 28! ciò non ostante, veggendo la forza degli argomenti da lui proposti, presero a sostener quel sistema come un1 ipotesi, e finalmente esso è divenuto sì universale tra’ dotti, che niuno omai ha coraggio di seguire altra opinione. Ma in ciò il Galileo non fece che illustrar maggiormente gli altrui sentimenti. Maggior gloria egli ottenne colle nove scoperte che per mezzo del suo telescopio ei fece nel cielo. Le stelle fisse, dice graziosamente l’ab. Andres (l. cit. p. 514), non so se piuttosto vorrebbero lamentarsi del Galileo, che ringraziarlo: egli diede loro la compagnia di tante altre stelle, di cui per tanti secoli mancavano, cioè scoprendo che la via lattea e la nebulosa altro non erano che gruppi e ammassi di stelle finallora non conosciute; e le dotò di una luce propria e nativa, ma le privò parimenti di gran parte del loro splendore, di cui quietamente godevano, per non esservi nessuno che loro lo contrastasse, cioè scoprendo col telescopio, che la loro radiazione le fa all’occhio nudo comparire più grandi, che non dovrebbono. Ei fu il primo innoltre a osservar due stelle intorno a Saturno, e vedutele poi dileguarsi, ardì di pronosticare il loro ritorno, e vide la sua predizione avverata; e aprì in tal modo la strada a conoscer l’anulo di quel pianeta, e a scoprirne le variazioni. I satelliti di Giove furono la scoperta di cui più compiacquesi il Galileo (a). Ei diede (a) Simotie Mario astronomo dell’elettorato di Brandelli! rgc pretese di avere un anno prima del Galileo, cioè nel 1 Glhj , scoperti i satelliti di Giove; ma non