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SECONDO teologi, di matematicij e il giudizio ch’egli ne dà è tale che ci fa conoscere ch’egli aveali letti, e clic era ben atto a conoscerne i difetti e i pregi. Le regole che nello stesso libro ei propone per istruire con frutto la filosofia, e per innoltrarsi nella cognizione della natura, son le più sagge che si possan descrivere. Ei fece oltre ciò conoscere quanto felice disposizione avesse dalla natura sortito pe’ buoni studi, col pubblicare un’apologia pel Galileo e pel sistema da lui sostenuto. In altri generi ancora mostrò il Campanella acuto e penetrante ingegno, e singolarmente negli Aforismi politici e nel libro De Monarchia hi spanica, ne’ quali egli propone ottime e giustissime riflessioni. Ma tutti questi pregi vengon troppo oscurati da difetti molto maggiori} e fa maraviglia il vedere che un uom sì erudito e sì ingegnoso si lasciasse infelicemente avvolgere in tanti errori. Somigliante in ciò al Cardano, abbandonossi alle più puerili superstizioni j ed egli ancora s1 immaginò di avere al fianco gli spiriti che con lui favellassero, e di udirsi predir le sciagure nelle quali dovea cadere} benchè dovesse egli pur conoscere che troppo male il servivano questi tutelari suoi Genii, poichè nol seppero avvertire della lunghissima prigionia e de’ tormenti che gli soprastavano. E lo stesso dovea egli pure riflettere riguardo all’astrologia giudiciaria, dietro alla qual nondimeno andò follemente perduto. La filosofia del Campanella è un complesso di sogni avvolti in oscurissimi termini , la lettura de’ quali ci mena in un inestricabile laberinto, e non ci reca altro frutto che quello