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220 LIBRO XXIV. Minor copia <T illusili storici ebber gli altri Ordini monastici. L opera latina di don Venanzio Simi dei Santi e degli altri uomini illustri dell’Ordine di Vallombrosa, stampata in Roma nel i6c)5, è l’unica che abbiamo intorno a quest’Ordine. Dell1 Ordine cisterciense la sola Congregazion riformata di S. Bernardo ebbe uno storico nel p. don Carlo Giuseppe Morozzi; la cui opera parimente latina uscì in Torino nel iG)o; ed egli pubblicò ivi pure nel 1681 il Teatro cronologico dell’Ordine de’ Certosini. Dei Camaldolesi non abbiamo altro che il Catalogo de’ Santi e de’ Beati del loro Ordine, pubblicato in Firenze al principio del secolo di cui scriviamo, da Tommaso Mini. Della Congregazione di Fiore nel regno di Napoli parlano i due scrittori della Vita dell’abate. Gioacchimo, che ne fu il fondatore, da noi altrove citati (l. 47/l 108), Gregorio Lauro e Jacopo Greco; e di quella di Monte Vergine ci ha lasciata la Storia, insiem colla Vita del fondatore S. Guglielmo da Vercelli, Gianjacopo Giordani che ne fu generale. Abbiamo ancora la Cronaca de’ Monaci Silvestrini, scritta da Sebastiano Fabbrini, e l’Istorie sacre de’ Celestini di don Celestino Telera di Manfredonia. Tutte queste opere nondimeno non sono tali che gli Ordini mentovati non debban bramar di avere Storie migliori. Alquanto più pregevole è quella dell’Ordine de’ Monaci di Monte Oli veto scritta in latino da don Secondo Lancellotti perugino, e stampata in Venezia nel 1623; e l’autor di essa è anche più noto per le due celebri sue