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/ SECONDO \ I y<J XYIII. Sforza Pallavicino (a), figlio <lel marchese Alessandro Pallavicino di nobilissima famiglia signora già dello Stato del medesimo nome in Lombardia, e di Francesca Sforza de’ duchi di Segni, nacque in Roma nel 1607, e fin dai più teneri anni fece conoscere quanto copiosi frutti si potessero dal suo ingegno aspettare, in una solenne disputa per tre giorni continui sostenuta su la scolastica teologia. Benchè primogenito volle abbracciare lo stato ecclesiastico , e nel pontificato di Urbano VIII fu ascritto tra’ prelati dell’una e dell1 altra segnatura, ammesso a varie congregazioni, e fatto successivamente governatore di Jesi, di Orvieto e di Camerino. Nel mezzo al corso della sua lieta fortuna volse le spalle al mondo, e in età di 29 anni, dopo lunghi contrasti sostenuti col padre a cui troppo era grave il privarsi di tal figliuolo, a’ 21 di giugno del 1637 entrò nel noviziato de’" Gesuiti in Roma. Abbiamo una bella lettera scritta dall1 Eritreo a Ugo Ubaldini nell’ottobre del 1636, otto mesi prima che il Pallavicino si rendesse Gesuita, quando già era nota la risoluzione da lui formata: Sfortia Pallavicinus, scrive egli, (Erytr. Epist ad Divers. pars 1, l. 6, ep. 9), singulari vir ingenio, et ad omnia summa natus, (quem ab honorum et ambitionis aestu secundus Spiritus Sane ti flatus in Societatis Jesu clauslra, Iwnquam in (n) Dopo la poi blicJizionj «li questo tomo è uscita alla Iure la Vita «li «jnesto relebre cardinale. scritta « «in esattezza «tal valoroso P. Aliò, v. inserta nella barcolla ferrarese «li Opuscoli (l. 5, /?. 1).