Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/83

TERZO 2045 f Accolli dal nome della sua chiesa) ha due, mila settecento quarantacinque carte di proccss0 f e si tiene, se Dio non l'ajuta, che si scappellerà, come un uovo fresco; et sic transit gloria mundi. E in altra de 15 di luglio, I spiegando allegoricamente il pericolo in cui l’Accolti si ritrovava, Ravenna è a stillato e manti se ritti: non digerisce il pollo presto e paI natclla (ivi). Questi passi del Giovio, finora I non avvertiti, ci mostrano, per quanto a me sembra, che il delitto per cui l’Accolti fu chiuso in carcere, non fu solo di peculato, come so1 spedasi comunemente, poichè in tal caso non si sarebbe trattato di scappellarlo come un uovo fresco, cioè di decapitarlo, o almeno di toglierli il cappello. Ma qual fosse sì grave reato, non può congetturarsi, e le mie ricerche su ciò non sono state punto più fortunate di quelle già fatte da altri. Alcuni vogliono che il Cardinal Ippolito de’ Medici fosse l’autore della prigionia dell’Accolti, e che il Molza, ch era famigliare del primo, scrivesse contro il secondo una terribile invettiva; ma ciò non mi sembra probabile, perchè, se il Molza si fosse così dichiarato nimico all’Accolti, non avrebbe avuto ardire d’indirizzargli, dopo la sua liberazione, le due belle elegie (Molza, Op. t. 1, p. 227, 233, ed. Bergom. 1747), nelle quali loda il coraggio con cui avea sostenute le sue avversità. Solo sappiamo che venne fatto all Accolti di liberarsene collo sborso di una gravissima somma, cioè, secondo alcuni, di cinquantanovemila scudi «foro, c che in tal modo uscì di carcere a: 31 di ottobre dell’anno stesso. Girolamo Negri però