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2044 LIBRO di lui in quell’occasione, non trovo memoria Solo da una lettera a lui scritta dal Sadoleto nel maggio dell’an 1529, raccogliesi che il Cardinal Accolti era o allora, o poco appresso partito da Roma, e vi avea poscia di fresco fatto ritorno: Cognovi ex Uteris mcorwn, Romae sunt, te (quod magnae voluptati mihi fuit) salvum et sospirem ab alienis oris, quo fueras horribili tempestate compulsus, Roman revertisse (Sadol. Epist t. 1, p. 281, ed. rom.) E grande era in fatti l’amicizia che passava tra l Sadoleto e l’Accolti, come dalle vicendevoli lor lettere si raccoglie, tra le quali quelle dell’Accolti sono esse ancora scritte con molta eleganza (ib. t. 1, p. 284, 488‘, A3, p. 276), e lodate perciò altamente dal Sadoleto (ib. t 1, p. 434). Nel 1532 fu inviato legato alla Marca d’Ancona, e il Cardinal Bembo di ciò con cui lui rallegrossi in una sua lettera de’ 19 di luglio del detto anno (Epistfamil. I. 6, ep. 79). E benchè una lettera dal Sadoleto a lui scritta sembri indicarci ch’ei, finito felicemente il suo governo, tornasse a Roma sulla fine dell’anno stesso (l. c. t. 2, p. 129), un’ iscrizione però a lui posta nella Fortezza d’ Ancona, e riferita dal conte Mazzucchelli, ci mostra ch’egli era in quel governo anche nel 1534- questo governo stesso gli fu cagion di amarezza e di danni. A 15 di aprile del 1535, per ordine di Paolo III, fu chiuso in Castel S. Angelo, e fu sottoposto a un rigoroso processo. Il Giovio scrivendo al vescovo di Faenza, nuncio in Francia, a’ 31 di maggio del detto anno, così gli dice (lettere di P. Giovio, Ven. 1560, p. 93): Ravenna (così diceasi