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204<> LIBRO poeta latino e volgare (Epitaffi p. 69), e di C(J; fa menzione ancor PAlidosi tra’ professori bolognesi (Dott. bologn. di Teol. ec., p. De1 due grammatici Scopa e Stoa, e di Giulio Camini Ilo, che vengon poi nominati, ma con poca • lor lode, direm nel capo seguente. I)j Achille Bocchi, lodato qui dal Giraldi, e anche di Buonaventura Pistofilo, di Giambattista Giraldi e di Girolamo Falletti, de’ quali fa poco appresso assai onorevoli elogi (p. 566) si è già detto ad altre occasioni. Poeta di qualche nome vien da lui detto Giampietro Ferretti da Ravenna, vescovo di Milo e poi di Lavello, e morto nel 1557, dopo aver rinunciato a questo secondo vescovato. Ei fu scrittore indefesso, e non v’ebbe genere d’erudizione che non fosse da lui coltivato, come ci mostra il catalogo delle opere da lui composte, tessuto dal P. abate- Ginanni (Scritt. ravenn t. 1, p. 228), delle quali però assai poche son quelle che ne sono stampate. Fra questi Italiani frammischia il Giraldi Stefano Doleto francese, di cui non è di questa opera il ragionare; e fa poscia un magnifico encomio di Bartolommeo Ferrino, di patria ferrarese, e di bassa origine, ma dal suo ingegno e dal suo studio introdotto alla corte di Ercole II, e onorato da lui con ragguardevoli impieghi e con illustri ambasciate fino al 1545, in cui diè fine a’ suoi giorni. Due orazioni nella morte di lui recitate da Alberto Lollio e da Bartolommeo Ricci ci fan conoscere in quale stima egli fosse pel suo sapere, non meno che per la sua integrità. Il secondo ne loda singolarmente (Op. t.1, p.'j2,cc.)