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TERZO 2OO7 perfezionare vie maggiormente il suo singolare talento, di cui diede pruove principalmente in un solenne banchetto, nel quale, improvvisando 1 predisse al Cardinal Giannangelo dei’ Medici, ivi presente, il supremo onore del pontificato. Ercole II duca di Ferrara, andato a Roma nel 1555 per congratularsi col nuovo pontefice Marcello II, e udito improvvisar l’Antoniano, ne fu preso per modo, che seco il condusse a Ferrara, e l’ebbe sempre carissimo. Il conte. Mazzucchelli muove difficoltà a quell’ epoca, fondato su una lettel a che Annibai Caro gli scrive a Ferrara nel 1551 (Caro, Lettere, t. 2, lett. 7.). Ma chi può credere che in età di soli undici anni, quanti allor contavane l’Antoniano, foss egli avanzato nello studio delle medaglie, come quella lettera il suppone? Io credo dunque che debba ivi leggersi l’an 1555, in cui di fatti è segnata un’altra lettera a lui del Caro di somigliante argomento (ivi, lett. 49)5 ed è ancor cosa di gran maraviglia che in età di quindici anni foss egli cotanto inoltrato in tali studj. In Ferrara ei si fece scolaro del celebre Vincenzo Maggi, e si strinse in amicizia co’ più dotti uomini che ivi erano, e singolarmente col Ricci che in molte sue lettere non sa finir di lodarlo (Riccii Op.t. 2, p. 79, 150, 357, 385, ec.), e molte ne scrive a lui stesso piene di tenerezza e di affetto (ih. a p. 135 ad p. 155). In una di esse con lui si rallegra dell’annua pensione che il duca gli avea assegnata, e della cattedra straordinaria di belle lettere che gli era stata destinata, il che, secondo il Borsetti (ffisL