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TERZO dubbiose. Ma tante sono le falsità delle quali il convince , tante le contraddizioni che vi osserva , che fa stupore il vedere che lo Scaligero avesse pur coraggio di fargli risposta. Io non mi tratterrò a confutare cotai pazzie, che più in breve sono state confutate anche dal marchese Maffei (Ver. illustr. par. 2, p. 300). Basti il riflettere che se Benedetto e Giulio Cesare fossero stati que’ sì prodi guerrieri che si vorrebbon far credere, non vi sarebbe storico delle guerre di que’ tempi che non ne ragionasse , mentre al contrario non v1 è pur uno che ne faccia parola. Innoltre noi abbiamo altrove parlato di Benedetto Bordone miniatore e autore dell1 Isolano, e abbiamo allora recati non pochi argomenti che questi, il qual fu tutt’altro che uom potente e guerriero, fu appunto il padre di Giulio Cesare. Il testimonio del Giraldi, da noi allora recato, il quale chiaramente afferma che Giulio Cesare Scaligero era prima detto Bordone, è troppo autorevole, perchè possa restarne dubbio; e Giuseppe di lui figliuolo cerca invano di schermirsene , dicendo che suo padre era allora soprannomato in Italia il conte di Burden, e che per errore di stampa si legge nell’opere del Giraldi il cognome di Bordone. Un altro argomento recherò io qui solamente a smentire le imposture degli Scaligeri. Tra l’an 1518 e’ ’l 1523 , secondo Giuseppe, Giulio Cesare di lui padre fu sempre in Torino. Or prendansi in mano le lettere di Bartolommeo Ricci, ed una se ne vedrà scritta allo Scaligero da Ferrara a’ 15 di marzo del if>5(>, nella quale dolcemente si duole che a più lettere