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TERZO 2I69 Riva nlla sorgente del lago di Garda , che era tuttora signoria della loro famiglia. Due giorni poichè egli fu nato, i Veneziani sapendo che rimperador Federigo e il re Mattia bramavano che si rendesse a questa famiglia I’ antico dominio di Verona, assaltarono a mano armata il castello; e la madre, benchè freschissima di parto, dovette con gran pericolo sottrarsi fuggendo insieme co’ figli presso suo padre. Insieme con Tito suo fratello studiò i primi elementi sotto il celebre F. Giocondo veronese. Quindi in età di dodici anni, presentato dal padre all1 imperador Massimiliano, fu da lui ricevuto tra’ paggi della sua corte, e per lo spazio di diciassette anni sotto gli occhi di quel monarca, che teneramente lo amava, si esercitò in tutte le arti proprie di un giovane nobile. Fu poscia tra l’armi insieme con Massimiliano e con suo padre; e quando si ruppe la guerra tra l’imperadore e i Veneziani, essendo stato Benedetto nominato da Massimiliano governato!* di Verona, sotto pretesto di rendergli quel suo dominio, il figlio ivi si stette col padre, finchè questi fu richiamato da Cesare, che fatta la pace co’ Veneziani si volse contro i Francesi. Nella battaglia di Ravenna nel 1512, ei si vide morire al fianco il padre Benedetto e il fratello Tito; e fu egli stesso a gran pericolo della vita; perciochè, ferito e gittato a terra, fu pesto da seicento piè di cavalli, e lasciato per morto , finchè tornato in sè stesso, dopo alcuni giorni, potè ritrovare f aquila imperiale affidata al suo fratello Tito , e con essa venne innanzi a Massimiliano, da cui fu accollo e premialo