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ai66 libro soprallodato P. Affò, e da lui citati nella Vita da esso scritta del detto Mai li ani, da’ quali raccogliesi che nel 1587 ei fu costretto a costruirsi prigione in Guastalla per la somma di 200 ducati, che un mercante veneto da lui pretendeva; che d). Ferrante, perchè ei non perdesse quanto avea in casa , gli fece confiscare ogni cosa, che ne fece poscia difender la causa , e che trattolo da quelle angustie , continuò sempre ad amarlo. Infatti alcune lettere dell’uno all* altro, delle quali pure io ho copia, ci scuopron l’affetto che D. Ferrante avea per l’Ingegneri, ed esse non si raggiran già sul sapone, ma per lo più su cose poetiche. Da Guastalla passò l’Ingegneri a Roma al servigio del Cardinal Cinzio Aldobrandini, e presso lui era almeno al fine del settembre del 1592, come ci mostra una lettera da lui scritta a D. Ferrante. A lui dedicò i suoi tre libri Del buon Segretario; picciola operetta, ma scritta assai bene, e piena di egregi avvertimenti , e molto lodata da Apostolo Zeno (Note al Fontan. t. 1 , p. 157). Le lettere da lui in quel frattempo scritte a D. Ferrante ci fan vedere che continuò f Ingegneri a goderne la protezione e la grazia; che nel 1596, avendo egli fatto un viaggio a Venezia per ordine del Cardinal suo padrone , passò per Guastalla affin di rivedere il suo antico signore; ch’egli eccitava continuamente D. Ferrante a dar compimento alla sua Enone, e che nel 1598 l’Ingegneri contrasse nuova servitù col duca d’Urbino, colla quale occasione ebbe da D. Ferrante un dono di cinquanta scudi. Da quel sovrano fu