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terzo ao63 quali era naturalmente portato, e studiar prima in Pavia, ed esercitar poscia in patria la giurisprudenza; il che egli fece con tal successo, che fu destinato a scrivere gli Statuti municipali , e fu ancora dalla città inviato alla corte deir imperador Carlo V. Il desiderio di più cospicui onori il trasse a Roma, ove fu alcun tempo in corte del cardinale Alessandro Farnese; ma non veggendo compiersi le sue speranze, tornossene a Como, ove, dopo avere più anni amministrata quella chiesa pel vescovo Bernardino della Croce, che ne era assente, per rinuncia da questo fattane, gli succedette nelf anno 1559. Intervenne al concilio di Trento; da Pio IV e da Gregorio XIII fu due volte inviato nuncio agli Svizzeri; e dopo avere per quasi trenta anni retta con molto zelo quella sua chiesa, finì di vivere a’ 30 di agosto del 1588. Fra le Poesie che ne abbiamo, tutte molte eleganti , son degne d’osservazione singolarmente due satire, nelle quali si può dire con verità che fu egli il primo tra’" moderni a imitare felicemente lo stile d’Orazio. All’onorevole testimonianza che Paolo Manuzio ha renduta al Volpi in una sua lettera (l. 8, ep. 22), che è stala premessa alla citata edizione, si può aggiugner quella del Doni, di cui si ha una lettera al Volpi (Doni, Lett. p. 112), e un’altra in cui ragiona di lui, e narra le singolari accoglienze che avea da lui avute in Como nel 1543 (ivi, p. 45). Abbiamo ancora tre lettere dello stesso Volpi al Domenichi (Pino, Racc, di Lett. t. 2, p. 280). Un bell’elogio per l’ultimo ne fa il Taegio che lo dice uomo d’ingegno divino