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igGo LIBRO caldamente tra loro. Dall’ una parte furono in favore di Dante Jacopo Mazzoni da Cesena Tuccio dal Corno, Girolamo Zoppio; dall altra contro Dante e contro il Mazzoni furono il suddetto Bulgarini, Antonio Corsuto, Diomede Borghesi, Orazio Capponi, Francesco Patrizii, Alessandro Carriero, il quale però cambiò poscia partito, allorchè il Bulgarini si dolse che avesse a lui involato il Discorso che su questo argomento avea dato alla luce. Questa calda contesa, che dall’an 1570 durò fino al 1616, viene a lungo esposta dal Quadrio (t. 6, p. 239), il quale giustamente riflette, che poichè l’oggetto principale di essa era cercare se all'opera di Dante convenisse veramente il titolo di poema, l’universal consenso de’ dotti ha omai deciso contro del Varchi e del Mazzoni, e in favore del Bulgarini. Molto ancor disputossi intorno allo scrivere le commedie e le tragedie o in prosa, o in versi j nel che furon divisi gl ingegni e i partiti, e due scrittori singolarmente si dichiararono per la prosa, Agostino Michele veneziano nel suo Discorso, in cui si dimostra come si possono scrivere lodi volaicnte le Commedie e le Tragedie in prosa, stampato in Venezia nel 1592, e Paolo Beni in una sua Dissertazione latina sullo stesso argomento, pubblicata nel 1600 Ma essi ebbero il dispiacere di vedere e confutata da molti e abbandonata da tutti i saggi la loro opinione, singolarmente riguardo alla tragedia. Nè io negherò che tutte queste contese non recassero grandi vantaggi alle lettere; perciocchè per lo