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TERZO 1C)55 molti altri traduttori qual di uno, qual d’altro libro dell Eneide, e accenniam solo le versioni dell Egloghe e della Georgica. Andrea Lori fu il primo a recar l Egloghe in versi italiani, e poco appresso gli venne dietro Rinaldo Corso, e sulla fine del secolo Girolamo Pallantieri parroco di Castel Bolognese, il quale rigorosamente tradussele verso a verso. La Georgica ebbe due traduttori che ce la diedero in versi sciolti, prima Antonio Mario Negrisoli ferrarese, poscia con più felice successo Bernardino Daniello lucchese, a cui abbiamo una lettera di Pietro Aretino, nella qual si congratula di questo suo nobil lavoro (Aret. Lett. l.3,p. 189). Più scarso fu il numero de traduttori di Orazio, di cui non abbiamo che le Odi tradotte da Giovanni Giorgini da Jesi, professore di filosofia in sua patria (Balda ss ini, Stor. di Jesi, t. 1, p. 255), è dedicata la traduzione medesima. Anzi nel libro sesto, ove Virgilio fa schierare innanzi ad Enea i più illustri eroi clic dovea aver Roma, il traduttore, per far cosa grata al Cardinal suo padrone, vi aggiunse una somigliante serie di gran personaggi c he doveano uscire dalla famiglia Farnese. Innanzi alla versione si legge un sonetto di Torquato Tas^o in lode del traduttore, e tutto il codice si vede corretto e postillato di man del Guarnello. l’er qual ragione non si pubblicasse, ci è ignoto. Certo la version del Guarnello, benché non sempre uguale a se stessa, è pregevole assai per la facilità, e spesso ancora per l’eleganza con cui è distesa; del clic ho potuto io stesso accertarmi, avendone avuta tin le mani una copia gentilmente comunicatami dal 1*. don Felice Coronili bernabita, e da lui fatta sull’ originale medesimo.