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TERZO *915 LXIV. Molte commedie in prosa pubblicò pretino, degne di lui, cioè famose soltanto ,per l'impudenza con cui sono scritte. Più altre ne abbiamo del Firenzuola, del Cocchi, jd Gì azzini, del Sai via ti, del Varclii, del Caro, Girolamo Razzi, che fu poi d Silvano monaco camaldolese, di Francesco d’Ambra di cui è forse ancora una commedia senza titolo inserita dal Pasquali tra quelle del Macchiavelli (Lib. ms. Farsetti, p. 168, senza rejinieproova), di Sforza degli Oddi, di Giambattista Porta, del Dolce, del Borghi ni, di indica Calmo, del Contile e di altri scrittori, de quali o abbiam già parlato, o dovrem fare altrove menzione. Gigio Artemio Giancarli da Rovigo, Cristoforo Castelletti romano, Rafaello Martini, Lorenzo Comparini fiorentino, Alessandro Cencio di Macerata, Cornelio Lanci, Girolamo Parabosco, Bernardino Pino e più altri ci diedero essi pure quai maggiore, quai minor numero di commedie. Ma a me basta accennarli. In questo genere si esercitarono molto gli accademici Intronati di Siena, dei’ quali abbiam sei Commedie unitamente stampate nel 1611, e più minute notizie potrà, chi voglia, vederne presso il più volte lodato commedia italiana, e clic la Compagnia de1 Gelosi diede principio alle sue rccile f anno i5?7 nel palazzo di Borbone, con tal concorso che, come ntfermasi in un Giornal «li que’ tempi, quattro de’ migliori predicatori nou avevano tutti insieme P uguale. Lgli ha poi anche osservato che fin dall’anno i56g era stata introdotta in baviera la commedia italiana, coinè suol dirsi, a »•ggetto (t. 4, p. 76).