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i9°4 libro lettera di Marco da Lodi (cioè di Marco Cadamosto, autore di alcune Rime stampate nel 1555) scritta da Roma nel 1531 e nell'anno stesso data alla luce col titolo: Le splendidissime et signorili nozze de li magnanimi (Cesarini con li illustrissimi Colonnesi fatte a di XXVIII di Maggio MDXXXI, in cui si narra che furono recitate due commedie, cioè la Bacchide di Plauto, e un’altra italiana, e si accennano i disonesti atteggiamenti di un di que’ comici. Poche dunque son le commedie in questo secolo scritte, che si possan proporre a modello di tali componimenti; perciocchè per la maggior parte o son si languide e fredde che muovono a noia, o sono sì disoneste che ributtano ogni animo saggio ed onesto. Ci convien nondimeno vedere quali fossero quelle che ottennero maggior nome, e nelle quali anche al presente si può additar qualche pregio, benchè comunemente macchiato da non pochi difetti. LXI1. E per cominciare dalle commedie scritte in versi, all’Accademia sanese de" Rozzi, di cui si è a suo luogo parlato, deesi principalmente il vanto di aver promossa la comica teatral poesia. Il pontefice Leon X, che di cotali rappresentazioni si dilettava forse più che al suo grado non convenisse, ogni anno faceali venire a Roma, e nelle private sue stanze godeva di udire le scherzevoli loro farse, come colla testimonianza di alcuni scrittori di que’ tempi Pruova il recente autore della Storia di quelAecademia (Stor. dell’Accad. déRozzi, p. 1), il quale aggiugne che talvolta essi ebbero ancor