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l8:)4 LIBRO Vicenza, e per ricondurmi da Vicenza infino alla patria mia, fatta perpetuamente nella mia partita, nel mio viaggio, nella mia stanza, e nel mio ritorno, si tralasciò verso me?.Anzi quando fui nella patria, mi corsero dietro i preciosissimi doni mandatimi dalle Illustr. SS. F'V. E fu veramente quello spettacolo uno de più insigni che si vedesse in Italia, e ce ne lasciarono la descrizione Angiolo Ingegneri (Della Poes. rappresentat, par. 2, p. 72), e Filippo Pigafetta in una lettera scritta da Vicenza a’ 4 di marzo del 1585 (Raccolta milan., 1756, fogl. 35). La data della suddetta dedicatoria è dei’ 20 di dicembre del 1585. Ma o nel giorno o nel mese di queste lettere debbe esser corso errore, poichè è certo che il Cieco morì in Venezia a 13 di dicembre dell’ anno stesso. Il corpo ne fu poi trasportato da Adria, e onorevolmente sepolto. Oltre le Orazioni e le Lettere più volte accennate, ne abbiamo molte Rime, due tragedie, l Adriana e la Dalida, tre commedie, tra le quali quella intitolata la Emilia fu da lui composta all’ occasion della fabbrica del teatro fatta in Adria nel 1579, e due favole pastorali, e una rappresentazione intitolata l Isaac, tutte in versi, e tutte, a dir vero, poco pregevoli e (quanto all’invenzione e quanto allo stile. Perciocchè a me sembra che al Grotto si possa dare la taccia di aver più che ogni altro dati i primi esempii di quello stile per soverchie metafore e per ricercati raffinamenti vizioso, che tanto dominò in Italia nel secolo susseguente. L’Aretino e il Franco furono i primi a darcene qualche saggio,