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TERZO l885 sdegnalo ne depose il pensiero. Certo egli era uomo che del suo talento usava per vivere; e Torquato Tasso racconta che avendo egli fatti gli argomenti all"'Orlando furioso, i quali furono aggiunti all’ edizione veneta del i >63, vendevagli mezzo scudo l uno (Lettere poetiche j lett. 1); e avendo egli nell'anno i5()2 stampata in Padova una Canzone in lode del duca Cosimo I. e non essendone stato ricompensato, nè ringraziato, gli scrisse una insolentissima lettera, ch è tra mss. della libreria Nani in Venezia (Codici ital. della Libr. Nani, p. 126), nella (quale amaramente si duole che invece di averne vantaggio, ne abbia avuto danno alla borsa, e aggiugne che ciò eragli anche altre volte avvenuto. Se però è vero ciò che narra Giovannandrea Giglio (dial. 1, p. 17) di aver udito, cioè che il Cardinal suddetto di Trento Cristoforo Madrucci per un Capitolo ad esso inviato ordinasse che tante braccia di velluto si dessero all'Anguillara, quanti erano i terzetti di quel Capitolo, ei non ebbe sempre raf gioii di dolersi della sua avversa fortuna. Le due accennate lettere al Bolognetti ci mostrano che neiranno i5G6 era egli già ritornato a Roma. Fin a quando egli vivesse, non v’ha chi l dica. Solo raccontano, non solo il Zilioli, ma anche il Boccalini (centur. 1, ragg. 27), ch'ei morì di disagio in Roma in una camera locanda nella contrada di Torre di Nona; e il Zilioli aggiugne ch’ ei si morì di malattia colle sue dissolutezze acquistata. E ch’ ei solesse comunemente abitare nelle locande, narrasi anche dal Tasso nel luogo poc’anzi citato. Di parecchie