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TERZO I883 dovette sperare PAnguillara una splendida ricompensa dal re Arrigo II, e veggiamo che perciò egli erasi recato in Francia, ove in Lione fu accolto da Matteo Balbani gentiluomo lucchese che ivi abitava (lodato perciò ancora dall Anguillara al fine della sua versione), e di cui parlando Gabriello Simeoni, La cortesia, dice (J)ialogo pio, p. 157), usata (da costui al gentilissimo spirito dell'Anguillara, honorandolo et trattandolo come un suo proprio fratello in casa sua, s ha non solamente obbligato me, ma quanti huomini virtuosi et amatori di virtù si trovano al mondo. Il Gimma, citato dal co. Mazzucchelli, afferma che in fatti ei n'ebbe in dono una collana d’oro. Ma se altra autorità non può recarsi a provarlo che quella del Gimma, io temo assai ch ella possa essere a ciò bastante. Di questa versione non fa bisogno di ragionar lungamente. La singolare felicità con cui essa è scritta, la rende pregevolissima, e non è perciò a stupire che tante edizioni ne sieno state fatte. L’ Anguillara però agevolossi la strada a render più plausibile la sua versione colla libertà che si prese di aggiugnere e di togliere all’originale ciò che meglio gli parve; e presso alcuni ottenne ancora maggior grazia, perchè in certi argomenti si stese più ancora che non conveniva. Quando e dove facesse egli rappresentare l’Edipo, io l ho trovato accennato in una lettera di Girolamo Negri: Anguillariits ne~ scio quis, dic egli (Epist. p. ì 20, ed. rom. 1767), poeta plebejus, caie unte Februario mense proximo fabulam daturus est Populo Patavino: tota, ut audio, Etrusca est. Apparatus Jìt