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TERZO 1875 pregevole, ei sa congiugnere all’armonia la gravità e all eloquenza la precisione. Egli ottenne gran plauso singolarmente nel perorare in pubblico in alcune solenni occasioni, nelle quali a lui fu dato l incarico di ragionare. e in alcune cause che non per professione ch’ei ne facesse, ma per compiacere a parenti, o agli amici, prese a trattare. E grandi cose ci narrano gli scrittori di quei’ tempi dell’ affollato concorso che si faceva ad udirlo, della commozione ch’egli destava col suo ragionare, e degli applausi con cui veniva ascoltato. Nello si il famigliare non è lo Speroni men leggiadro e meno elegante j c le sue lettere (delle quali io ne possedo quattro originali ed inedite) non cedono in ciò a quelle de’ più rinomati scrittori. Le rime ancora son colte e gravi, e anche nello stil bernesco egli scrive con molta felicità. Nel i5()0 passò a Roma, destinato dal duca d’Urbino a trattare i suoi affari presso il pontefice, ed ivi ottenne l’ amicizia e la stima de più dotti personaggi che vi si trovavan raccolti. Fu caro singolarmente a S. Carlo Borromeo, da cui fu ammesso alle sue Notti Vaticane, e in questa occasione si diè lo Speroni agli studi sacri, de quali ancora ci lasciò qualche saggio. Il desiderio di rimediare ad alcuni domestici disordini lo indusse a partire da Roma nel 1564 dopo avere avute da Pio IV le divise e il titolo di cavaliere. Nè meno egli fu onorato dal duca di Urbino e da Alfonso II duca di Ferrara, i quali in diversi tempi spedirono lor cavalieri a levarlo da Padova, e a condurlo alle lor corti, ove con sommo onore