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TEJ1Z0 1843 della Gerusalemme liberata, a cui egli avea da più anni già posta mano, perciocchè fin dal 1561 aveane stesi sei canti (V. Op. del Tasso, ed. Ven. t. 1, pref. p. 13). Condotto dal cardinale in Francia l’an 1570, vi ricevette dal re Carlo IX, e da tutta la corte, e dagli uomini dotti di quella università i più distinti onori; poichè già era sparsa la fama del poema ch’egli stava scrivendo, e nel viaggio medesimo non avea cessato di avanzarsi nell’ intrapreso lavoro. Tornato in Italia l’anno seguente, dopo aver fatto rappresentare il suo Aminta, di cui diremo più sotto, attese a compire il poema. Avealo egli cominciato, come si è detto, molti anni addietro, e avea pensato di dedicarlo a Guidubaldo II duca d’Urbino, come ci mostra lo squarcio del primo sbozzo della Gerusalemme liberata, che si conserva nella biblioteca Vaticana, e ch è stato pubblicato nell’edizion veneta di tutte l Opere di Torquato (t. 1, p. 327, ec.). Cambiò poscia idea, e volle che il poema fosse dedicato al duca Alfonso II. I canti ch’ei ne andava scrivendo, si sparsero in più parti d’Italia, e il primo saggio che ne vedesse la luce, fu il quarto canto, stampato in Genova nell’an 1579, in una raccolta di Rime pubblicata da Cristoforo Zabatta. Quindi l’ anno seguente sedici canti, ma discontinuati ed imperfetti, ne furono pubblicati in Venezia per opera di Celio Malaspina, con gran dispiacere del Tasso, che altamente sdegnossi in vedere il suo poema sì contraffatto e malconcio. Le tre edizioni che se ne fecero nel 1581 in Casalmaggiore, in Parma e in Ferrara, furono