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TERZO 1829 6Ìa lungi dalla facilità ammirabile dell Ariosto, ha nondimeno gravità e vivacità maggiore degli altri poemi di tal natura. Di questo poeta ci ha date copiose notizie il conte. Mazzucchelli (l. c. t. 4 par. 4 p 2234), le quali però essendo fondate solo sulla testimonianza di Alessandro Zilioli, non so se debban credersi bastantemente sicure. XL11I. Niuno de’ poemi finor mentovati era tale a cui il nome di poema epico, secondo le regole fissate già da Aristotele, e dagli adoratori di quel filosofo scrupolosamente adottate, si convenisse; perciocchè mancava ad essi l’unità dell’ azione, e il soggetto n era tratto da favolosi romanzi, nè vi era quell’ordinata successione di vicende e di fatti che volevasi a tai poemi richiesta. L’Italia però non fu lungamente priva di questo genere di poesia; e il primo che ardisse tentarlo, fu Giangiorgio Trissino. Di questo illustre scrittore non ci sarà difficile il dare le più accertate notizie; perciocchè, dopo altri scrittori, le han diligentemente raccolte il sig. Pier Filippo Castelli vicentino nella Vita che l’an 1753 ne ha pubblicata, poscia il P. Angiolgabriello di Santa Maria Scrit. vicent. t. 2, par. 2, p. 229). Da Gasparo Trissino vicentino e da Cecilia Bevilacqua veronese, famiglie amendue nobilissime, nacque Giangiorgio agli 8 di luglio del 1478 in Vicenza. Gli autori della Vita combattono ciò che narrasi dall Imperiali (Museum histor. p. 4^) » cioè che il Trissino in età di soli ventidue anni cominciasse a coltivare gli studi; e il primo di essi per confutarlo rammenta i maestri ch’egli ebbe,