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1786. LIBRO prescritte, poco però fu in ciò felice, nè ad essi egli dee il nome di cui gode tra gli amatori della poesia italiana. Lo stesso dee dirsi di una commedia intitolata la Flora, scritta in versi sdruccioli di sedici sillabe da lui ideati. Miglior sorte ebbe l’ invenzione degli epigrammi toscani da lui prima d ogni altro usati felicemente, ed ei fu imitato poscia da molti, e fra gli altri da Girolamo Pensa di Cigliaro, cavalier di Malta, i cui Epigrammi furono stampati in Mondovì nel 1570. Di una orazione, di alcune lettere, e di altre opere dell’Alamanni o perite, o inedite, o falsamente attribuitegli, veggansi le diligenti osservazioni del conte. Mazzucchelli, che potranno supplire al poco che per amor di brevità io ne ho detto. Solo ad esse io aggiugnerò la notizia di una novella da lui scritta e indirizzata a Bettina Larcara Spinola, che conservasi in un codice a penna della libreria Nani in Venezia (Codici mss. volgari della Libr. Nani, p. 110). XXXII. Prima che l Alamanni col suo poema tutto spiegasse il sistema della coltivazione, una parte aveane già descritta in un leggiadro suo poemetto Giovanni Rucellai fiorentino, cioè il magistero delle api. Era egli figlio di quel Bernardo Rucellai, di cui altrove abbiam detto (t. 6, par. 2), e da esso nato nel 1475 I soli oggetti che gli si offrivano all’ occhio nella casa paterna, ch’era il teatro in cui tutti i più dotti e i più colti ingegni che fiorivano allora in Firenze, si venivano a raccogliere, potean bastare ad accender nell'animo di Giovanni un’ardente brama di seguirne gli esempii. Ed egli di fatto r