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17^4 LIBRO ripetendo spesso la parola donila y l1 ìmperfldore sorridendo soggiunse: l aquila grifagna. che per più divorar due becchi porta, accennando alcuni versi dell" Alamanni in lode del re Francesco. Al che egli, nulla smarrito, seppe sì prontamente e ingegnosamente scusare tale contrarietà de’suoi sentimenti, che Carlo V lo ricolmò di distinzioni e di onori. Dal re Francesco ebbe nel 1545 la badia di Bella Villa coll annua rendita di mille scudi per Battista suo figliuolo, che fu anche vescovo di Bazas e poi di Macon. Nè men caro egli fu al re Arrigo II, succeduto al re Francesco nel 15^7 r c da lui ebbe in dono un gran giglio d'oro, e fu inviato a Genovesi nel 1551. Finalmente a 18 d'aprile del 1556 chiuse i suoi giorni in Amboise, ove allora era la corte. Le Opere dell’Alamanni, che tutte sono in versi toscani, furono pubblicate la prima volta in Lione in due tomi nel 1532 e nel 1533 e in esse contengonsi elegie, delle quali fu egli un de’ primi ad usare in verso italiano, egloghe, satire, sonetti, inni, del qual genere di componimenti egli prima di ogni altro arricchì la nostra lingua, Salmi penitenziali, stanze, poemetti, selve, e la traduzione dell Antigone di Sofocle {a). Di (</) Non fu 1‘Alamanni il solo a far conoscere in Francia la poesia italiana. Jacopo Corbinelli gentiluom fiorentino recatosi a Parigi, ove visse più anni a tempi di Caterina (de’ Medici, di cui era parente, e che il pose presso il duca d’Angiò col carattere di erudito, pubblicò in Parigi fanno 1^78 la Finca di F. Paolo del Rosso cavalier gerosolimitano, nel 1577 il libro di .Dante De vulgariEloqurnlia, c nel i5g5 la Bella Mano