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TERZO 1775 mia risoluzione j ec. Il Baldi si determinò saggiamente a non abbandonar la sua chiesa, e benchè si trattenesse ancora per più di un anno col Cardinal di S. Giorgio, scrisse nondimeno a D. Ferrante, a’ 5 di aprile del ibi)8, che coll’ occasione della gita del papa a Ferrara, sperava di far ritorno a Guastalla. E certo egli era in Guastalla nel i5i)9 (a) e nel i(5oa, come ci mostrano alcune lettere da lui scritte a d Ferrante allora assente, nelle quali il ragguaglia di alcune fabbriche che per ordin di esso si andavano innalzando, e altre di D. Ferrante a lui sullo stesso argomento. Nel 1603 passò a Venezia per dare alla luce alcune sue opere; e di là scrivendo a D. Ferrante a 25 di maggio: Il Ciotti, dice, stampatore in questa Città molto famoso, stamperà senza mio stipendio il Quinto Calabro, e la Deifobe: la Corona dell'Anno, e la Scala celeste non ha tempo di stampare, e. non si risolve volentieri, per esser, come egli dice, cose spirituali, e perciò pericolose: l opere maggiori Latine, come sono le parafrasi sopra Giobbe, et alcuni altri opuscoli non mi fido che si stampino bene in absenza mia. E la Deifobe uscì da que torchi l anno seguente. La Corona dell’Anno era già (a) Il Baldi partì da Roma nel 1598, accompagnando Clemente Vili, quando andò a prender possesso di Ferrara; e di là poscia nel giugno dell’anno stesso tornò a Guastalla. Solo nel 1609 egli ottenne di rinunciare alla sua badia, riserbandosi la pensione di 204 scudi romani; e convien perciò emendare ciò che poco'appresso ho scritto, cioè che nel i6i4 trattava» «ancora r altare della rinuncia.