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TERZO 17G9 XXIX. Girolamo Muzio, Giovanni Fratta, d). Silvano Razzi monaco camaldolese, Antonio 1 >ionisi veronese. Remigio fiorentino, Andrea Lori e più altri scrissero essi pure egloghe, e si sforzarono di seguir gli esempii del Sannazzaro. Ma i loro sforzi per lo più non furon molto felici. Fra tutti però non deesi rammentare senza particolar distinzione Bernardino Baldi, uomo già da noi nominato più volte, e che in quasi tutti i capi di questa Storia sarebbe degno d’elogio, perchè appena v’ebbe sorta alcuna di scienze e di lettere a cui egli non si volgesse, e in cui non divenisse eccellente. La poesia italiana gli servì di sollievo tra’ più difficili studi, e fra i molti generi di essa coltivò ancora la pastorale. E io penso che poche cose abbia la volgar poesia che possano stare al confronto del Celeo, ossia dell’Orto del Baldi. Dopo più altri che ne hanno scritta la Vita, il conte. Mazzucchelli con diligenza ancor maggiore ne ha ragionato (Scritt. ital. t. 2, par. 1, p. 116), e nondimeno speriamo di poterne dare qualche altra notizia finora non osservata, valendoci delle lettere da lui scritte a d. Ferrante II Gonzaga duca di Guastalla, e da D. Ferrante a lui, che si conservano nell’archivio di Guastalla, e delle quali ho avuto copia dal più volte lodato ch. padre Affò (o). Ebbe Urbino a sua patria, e Francesco Baldi e Virginia Montanari a suoi genitori, da’ quali nacque (a) Assai più esalta è la Vita che elei Baldi ci ha noi data I1 eruditissimo P. Ireneo Atlo dalle stampe di Parma nel 17H3, in cui ogni cosa vedesi aUcniamcnte esaminata, c con autorevoli documenti provala. TlRABOSCHl, Col. XII.