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TERZO *7^7 e leggiadre! Voi nelle sottigliezze della logica, voi nella morale filosofia, e in quella di Plutarco, di Aristotile e di Platone, voi nella fisiologia, voi nella teologia avete fatti non ordinarii progressi. Che dirò io della musica, nella quale voi siete la maraviglia non sol de’ musici, ma delle Muse, sicchè non vi ha uomo in essa sì dotto, che vi uguagli non che vi superi? Quando voi cantate al cembalo, e unendo la voce al suon della cetra, fate udire al tempo medesimo l acuto e il grave, pare che le Grazie tutte vi stiano intorno attonite. Perchè non posso io esprimer tai cose in modo che a chi legga sembri di udirvi? Qual poi è la vostra eloquenza, quale l’ ingegno, quale la grazia, la dolcezza, la cortesia, l umanità nel conversare! Ben giustamente il vostro concittadino Benedetto Manzoli vescovo di Reggio, e uomo savissimo, osa di ariti porvi non solo al vostro padre Camillo, uomo eloquentissimo, ma ancora al vostro grand'avolo Francesco Maria Molza. A queste tante e sì belle doti d ingegno s aggiungono la nobiltà della stirpe, la rara bellezza, gli egregi costumi, la singolar pudicizia. Non solo i vostri concittadini, ma i più colti tra gli stranieri vengono a Modena per vedervi, per ammirarvi, per rendervi omaggio, come ad un altra Minerva uscita dal capo di Giove. In quanta stima vi hanno e il serenissimo duca nostro Alfonso II, e le principesse Lucrezia e Leonora di lui sorelle, e la città di Ferrara, e l'Italia, e Roma, e in Roma il mondo tutto cristiano Ma oimè poichè l’ottimo vostro marito Paolo Porrino TlRAJBOSClll, Voi. XII. 37