Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/584

1^36 LIBRO Francesco Maria avolo di Tarquinia, dopo aver celebrate le rare virtù di cui ella è adorna gli studi fatti in' tutte le più gravi scienze ’ l’eleganza del poetare, la perizia delle lingue latina e greca ed ebraica, l eccellenza nella musica, la fermezza nelle avversità, l amore della pudicizia, e tutti gli altri bei pregi che la distinguono, le vien conceduto col glorioso soprannome di Unica l’onore della cittadinanza romana, e questo non a lei solamente, ma a tutti della nobil familgia de' Molza di Modena, e a lor discendenti: privilegio singolare e forse unico, e che fa conoscere in qual pregio si avesse questa illustre matrona. La seconda è la lettera dedicatoria con cui Francesco Patrizii le offre il terzo tomo delle sue Discussioni Peripatetiche, ch’ io recherò nella volgar nostra lingua, poichè di niun altra donna si è forse mai fatto più magnifico elogio: A qual uomo, dic egli, potrei io con più ragione offrire le mie fatiche, che a voi la più dotta fra tutte le più illus tri matrone che sono, che furono, e che in avvenire saranno? Voi non avete già gustati soltanto, come più altre, i libri. Voi non sol la toscana, ma la latina ancora e la greca lingua possedete perfettamente; e in questa senza punto esitare leggete e intendete non sol gli storici e gli oratori, ma i filosofi ancora, e lo stesso Platone emulatore del favellar di Giove, e fra i poeti lo stesso Pindaro; e ciò ch è più a stupire, in tre soli mesi l avete appresa udendo la mia spiegazion di Platone, f roi c nella lingua latina e nell italiana scrivete poesie d ogni maniera, e quanto ingegnose