Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/570

1^22 LIBRO uscì poi da quel monastero, e tornossene a Roma, di che non sappiamo nè il motivo nè il tempo precisamente. Sappiamo solo che in questa città, verso il fin di febbraio del livella diede fine a suoi giorni. Le Rime di essa di cui, mentre ella vivea, si fecer quattro edizioni, e che più altre volte furono ristampate. e illustrate ancora con ampia sposizione d;i Rinaldo Corso, non sono inferiori a quelle della maggior parte de’ rimatori petrarcheschi di questo secolo; e a lei deesi innoltre la lode di aver mostrato come felicemente si possa la volgar poesia rivolgere agli argomenti sacri: cosa finallora appena tentata da all ri, se se ne traggano gli scrittori di Laudi, nei’ più de quali è a lodar la pietà più che non l’eleganza. XVI11. Mentre questa illustre matrona nc' cresceva sì grande ornamento alla poesia italiana, non minore essa ne riceveva da un’altra, cioè da Veronica Gambara, le quali due poetesse lodate son dal Giraldi, come le prime che al femminil sesso recassero un tale onore: Fuere pene non viris inferiores duae. illae Principes et Poetriae Victoria Columna Piscaria, et Veronica Gambara Corrigensis, quarum utriusque pro sexus qualitate divina leguntur Poema fa, quae eo cupidius a plerisque leguntur, quo sunt ab illustribus Matronis composita (De Poet suor. temp. dial. 2). Di essa ancora abbiamo una esattissima Vita scritta dal signor dott Baldassarre Cammillo Zamboni, e premessa alla bella edizione delle Rime e delle Lettere di Veronica, fatta in Brescia