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TEIIZO 1705 Tassoni è inserita nella stessa Cronaca; che il Gadaldino, reo di aver venduti in Modena molti libri di autori eretici, fu trattenuto nelle carceri stesse 5 e che il Castelvetro e Filippo Valentino essendosi colla fuga sottratti al pericolo in cui si videro, furono in Roma sotto titolo di contumacia condannati e scomunicati. Ov essi allora si ritirassero, non ne trovo certa memoria 5 ma è probabile che si stessero occulti negli Stati del duca di Ferrara loro signore. Il Castelvetro nel 1560 si lasciò persuader finalmente a recarsi a Roma insieme col suo fratel Giammaria per render ragione della sua fede; e ottenuto un salvo condotto, colà trasferissi, e gli fu assegnato per carcere il convento di Santa Maria in Via, con libertà però di trattare con chiunque a lui ne venisse. Dopo alcuni esami, il Castelvetro temendo per se medesimo, credette più sano consiglio l assicurarsi fuggendo, e di mezzogiorno, secondo il Muratori, o, come narra il Tassoni, e a me par più probabile, di notte tempo uscendo da Roma fra molti pericoli, gli venne fatto finalmente di mettersi in salvo. Per sottrarsi agli effetti della condanna che contro di lui come eretico contumace fu pronunciata in Roma, la quale dal Tassoni medesimo si riporta, insieme con Giovanmaria suo fratello, condannato esso pure come complice di quella fuga, ritirossi nel 1561 a Chiavenna, ov ebbe il piacere di trovare Francesco Porto suo vecchio amico. Il Concilio che allor tenevasi a Trento, gli diede speranza di migliorar la sua condizione; ed ei fece istanza al pontefice Pio IV perchè Tiraboschi, f^ol XII. 35