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TERZO 1699 Il Muratori afferma che il Caro stesso persuase il Varchi, come uom di lingua mordace e maledica, ad entrare in questo arringo. Ma, a dir vero, nè può provarsi che il Varchi prendesse a scrivere ad istanza del Caro; che anzi, come pruova il Seghezzi, si offerse al Caro egli stesso spontaneamente; e qualunque si fosse la lingua del V archi, nel suo Ercolano egli scrisse assai modestamente contro del Castelvetro. Questi, ch era allora lontan dall Italia, tardi n ebbe contezza, e quando gli anni e le malattie l’avean ormai consunto. Cominciò nondimeno a scriver la risposta, ma non potè compirla; e la Correzione di alcune cose nel Dialogo delle Lingue demarchi, che Giammaria di lui fratello, dopo la morte di Lodovico, diè in luce nel 1572, non è che un abbozzo della risposta da lui ideata. Anche Girolamo Zoppio pubblicò nell’an 1567 in Bologna un discorso in difesa del Caro, e in risposta al Castelvetro. Ma questi o non ne ebbe notizia, o non si curò di rispondergli. XIII. Così ebbe fine questa contesa, nella quale non è facile a di (finire a chi debbasi la vittoria, o almen la lode di aver combattuto con più valore e con più senno. S’io debbo dire liberamente ciò che ne sento, a me sembra che da sì lieve cagione non dovesse destarsi sì crudel guerra. La canzone del Caro, checchè ne abbian detto molti uomini celebri di quell’età, non è tale, a mio parere, che potesse eccitare o ammirazione, o invidia, e poco gloriosa andrebbe la volgar poesia, se molte altre non ne avesse di lunga mano migliori.