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1 CkyC) LIBRO anni tlopo quella sottoscrizione, nuovi sospetti si eccitarono contro del Castelvetro; ma poichè questi caddero nel tempo stesso in cui maggiormente ardeva la lite col Caro, di questa ci convien prima esporre brevemente e sinceramente l origine e le vicende. Nel che fare io confronterò tra loro gli scrittori delle Vite del Castelvetro e del Caro, che per favorire il loro eroe si contraddicono spesso l un l altro, e sforzerommi di esaminare ogni cosa senza spirito di partito. Circa il 1553 compose il Caro la celebre sua canzone che incomincia: Fenile aW ombra de' gran gigli d oro, la quale fu da alcuni creduta quasi cosa divina. Aurelio Bellincini gentiluomo modenese, ch era allora in Roma, inviolla al Castelvetro, e il pregò a scrivergliene il suo sentimento. Egli il fece, e scrisse una breve censura su quella canzone, criticandone alcune parole e alcuni sentimenti, ma pregando insieme il Bellincini a non divolgarla. Il Muratori afferma che il Caro fece la guerra da Umanista con tutto quel corredo di furore, che ho accennato di sopra; laddove il Castelvetro seppe farla da Filosofo, tenendosi mai sempre sul serio e sulle ragioni, senza scendere al vile uso delle ingiurie e degli scherni. E che il Caro si lasciasse trasportare tropp oltre dal suo risentimento, non può negarsi. Ma a non dissimular cos’ alcuna, a me sembra ancora che il Castelvetro in questa prima censura, mentre non era stato offeso dal Caro, uscisse alquanto da’ limiti di una giusta moderazione: È modo di parlare plebeo... questa