Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/514

I t « 4 LIBRO jeri mattina, scrive il Pignoria da Padova a’ 26 di dicembre del detto anno a Paolo Gualdo (Le.lt. (f Uom. ill. p. 81), una lettera del Sig Niccolò de due Decerti b re, nella quale mi avvisa, che s'è concluso di levare il Sig. Giulio Pacio di mano alla miscredenza. Il partito sta di darli 800 scudi francesi colla prima Cattedra nell Università d'Aix, e di costà (da Roma) se ne spera ancora qualche ajuto di costa. Anzi se n era concepita speranza fin dal 1605, come raccogliesi da una lettera al medesimo Gualdo, scritta dal Peirescio (ivi, p. 221), il qual era in questo affare impegnatissimo; e ne è pruova anche un altra lettera da lui scritta al detto Gualdo, ma a cui manca l'anno, nella quale ragiona di ciò a lungo, e narra gli ostacoli che vi si opponevano, principalmente dalla moglie, e che perciò il Pacio avrebbe voluto che la sua conversione fosse segreta. La cosa però andò assai più in lungo che non credevasi. Nell an 1614 si trattò di farlo chiamare a Valenza collo stipendio di mille scudi; ma il timore che aveasi della sincerità della sua intenzione, frastornò il disegno (ivi, p. 243), e nel febbraio del seguente an 1615 temeva il Pignoria che non avvenisse del Pacio ciò ch era avvenuto di Giuseppe Scaligero, cioè che differendo la sua conversione, morisse eretico (ivi, p. 187). Nondimeno nell ottobre dello stesso anno scrive il Peirescio al Gualdo, che il Pacio avea ricusata l offerta della città di Leyden, che solo per aver l'onore di possederla, senza obbligarlo a lettura di sorta alcuna, gli avea esibiti mille annui scudi; e che il principal