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SECONDO 1 oG5 di esso Bembo, perchè ingannati dalla parola da lui lor data, non han provveduto a quella cattedra (ib. ep. 30). È certo adunque che fu veramente l’Alciati chiamato a Padova, e che dopo aver accettato finvito, sotto varii pretesti si schermì dall’andarvi. In fatti tornato in Italia verso la fine del 1533, e nominato senatore dal duca di Milano, fu inviato professore a Pavia collo straordinario stipendio, se crediamo al Cardano, di 1500 scudi. Ma dove potea l Alciati trovare stabil soggiorno? Sulla fine del 1537, pe’ tumulti, com’egli dice, di guerra passò a Bologna, ov ebbe lo stipendio di 1200 scudi (*). Indi dopo quattro anni fu richiamato a Pavia collo stesso stipendio, e collo stesso due anni appresso, cioè nel i5/|3, portossi a Ferrara, ove alfoccasion del passaggio che ili colà fece il pontefice Paolo III, fAlciati ne ebbe molle onorevoli distinzioni, e il titolo di (*) In questo ducale archivio conservasi una lettera dell Alciati scritta da Bologna a 27 di dicembre del 1538 a Lodovico Cato a Ferrara, in cui gli rende grazie che gli abbia pr occurata la condotta alla cattedra di leggi nell’ università della stessa città di Ferrara. Ma non pare che allora veramente vi si conducesse. Un" altra lettera se ne ha ivi ancora al duca Ercole II, scritta da Pavia a 15 di marzo del ' 547 T 'n CUI ^ prega a ordinare che gli sieno pagati 350 scudi, che t ut tur gli si debbono pel suo stipendio; si scusa se non ritorna a Ferrara, dicendo che non ne è egli in colpa, perchè fu colto all’ improvviso; e che in avvenire si troverà forse rimedio a tali precetti. Ma eran queste probabilmente le consuete scuse di questo incostante e volubile professore, di cui innoltre si ha nel medesimo archivio un Consulto ms che comincia Verba chartulae procuratoriae transmissae per Comitcni Uag.