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SECONDO 1035 lo eseguiva, altri finalmente a lui posteriori che pruovano ancor dopo la morte del Tagliacozzi aver più altri praticata la stessa maniera di cura (a). Qui basti il nominare Giambattista Cortesi bolognese, medico anch’esso e chirurgo e professore celebre in chirurgia, prima in Bologna (V. Alidosi Dott. bologn. dì d'eoi., ec. p. 116, ec), poscia per molti anni in Messina, e autore di molte opere anatomiche e chirurgiche, e vissuto ancora non picciola parte del secolo susseguente (b), il quale nelle sue Miscellanee medicinali parla di questo metodo, e nomina un certo Pietro Boiano che a’ suoi tempi l’esercitava (V. Portal, t. 2, p. 447)* Anzi egli stesso si vanta di aver a non pochi renduto il naso, e fra gli altri a Federigo Ventimiglia con tanta felicità, che già da più anni avealo ricuperato in tal modo, che sembrava naturalissimo (ib. t. 6, part. 2, Suppl, p. 15); e descrivendo gli stromenti dei’ quali a ciò egli usava, che erano somiglianti a quelli del Tagliacozzi, riprende come grossolani quelli di Tropea, città della Calabria, i cui abitanti chiama i ristoratori di quest’arte: Tropenses hujus artis instauratores (ib.), alludendo forse a Pietro Vianeo nominato di sopra. Par dunque innegabile che vi fosse veramente allora quest’arte, e che anche per lungo tempo si inalilo) Intorno al Tagliacozzi e al suo metodo di restituire le membra menta di esser letto l’articolo del dello sig. co. Fantuzzi (Scritt. Bologn. t. 4, p. G3, ec.). (b) Della vita e delle opere del Cortesi ha poi ragionato esattamente il co. Fan tu zzi («Veri//, boi. t. 3, p. 209, cc).