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SECONDO 883 appena questa operazione, si ammalò d1 una lébbre pestilenziale causata per molti suoi disordini, e dopo quattordici giorni lini di vivere nell1 ottobre del ìojo. Il qual racconto si conchiude dal Pancio con dire che, benché l’Anguillara non fosse molto letterato, era però di profondissima memoria, e stillatole e osservatore di varie piante. E qui vuoisi aggiugnere che il Pancio era in Ferrara professore di medicina e Protomedico sopra le Spezierie, e che il duca aveagli già consegnali tre giardini per raccogliervi l’orbe più rare, c due cameroni in castello per formarvi un museo delle produzioni più pregevoli della natura; ma il trumuoto che danneggio mollo quella città nel sembra che rendesse inutile un tal progetto; su che è da vedersi un'altra lettera da lui scritta al suddetto Aldrovandi (Vita dell Aldr. p. 23y). Andrea Alpago bellunese, posto dal Mattioli a fianco dell1 Anguillara, e al pari di lui dichiarato ignorante, non ci ha lasciala alcun'opera appartenente alla botanica, ma solo alcune traduzioni di Avicenna c di altri arabi scrittori. INù denari nella stampa de’detti libri; e il prega a donargli i mobili della sua arte già prestatigli dal duca Alfonso. Ma da un'altra lettera al duca medesimo, da lui scritta a'6 di settembre del detto anno, racco glie si che il duca l’avea fermato al suo servigio: ed egli perciò gliene rende grazie j dice di voler fare un discorso su molti falsi semplici che nelle spezierie si vendono; e chiede di nuovo qualche soccorso, anche per venir presto a Modena; e in somigliante maniera scrive anche al principe Alfonso, e di nuovo al medesimo duca a’ 13 di ottobre dell’anno stesso, la qual lettura è l’ultima ili e ui ori a eh’ io abbia di lui trovata.